La comunità di Keddie, nel Connecticut, fu teatro di un massacro di cui ancora oggi, non si conoscono le dinamiche.
La vicenda risale al novembre del 1981. Glenna Susan aveva deciso di lasciare suo marito, James Sharp. La sua intenzione era quella di iniziare una nuova vita. Così decise di trasferirsi portando con sé i suoi cinque figli nella contea di Plumas, precisamente a Keddie. Si tratta di una piccola comunità rurale del Connecticut, in cui era possibile soggiornare in bungalow a prezzi molto bassi.
Susan, dopo aver lasciato il marito, decise di stabilirsi nella Cabina 28, insieme ai figli John, Sheila, Tina, Rick e Greg, che avevano un’età compresa tra i 5 e i 15 anni. La vita andava avanti tranquilla a Keddie, ma questa serenità ben presto sarebbe stata sconvolta. Era il 12 aprile del 1981. Verso le 7 del mattino, una delle figlie di Glenna stava facendo ritorno a casa dopo essere stata ad un pigiama party la sera precedente.
La scoperta dei cadaveri a Keddie
Giunta nella sua abitazione, dopo aver aperto la porta di casa, ha assistito ad uno scenario sconcertante. C’erano tre cadaveri: si trattava di Glenna, Jhon ed un’amica di Tina. L’assassino li aveva legati con del nastro adesivo e dei fili metallici per poi malmenarli con un martello, ed infine li aveva accoltellati.
C’era qualcosa di strano in quelle uccisioni: Dana, l’amica di Tina, era stata uccisa con un modus operandi diverso. Non aveva subito le torture, ma era stata direttamente strangolata. Si trattava di una vera e propria carneficina. Di Tina non c’era nessuna traccia, sembra scomparsa nel nulla.
Invece gli altri tre figli di Glenna, Rick, Greg e Justin sono rimasti in vita. Sulla scena del crimine c’erano ancora le armi utilizzate per compiere il delitto: il martello e un coltello. Iniziarono le indagini per scoprire chi fosse il responsabile del massacro, ma sembrava che nessuno avesse visto né sentito niente di strano quella notte.
Una coppia di vicini riferì di aver sentito un suono, come un urlo strozzato nel cuore della notte. In seguito Justin, uno dei sopravvissuti, riferì di aver sognato due uomini dentro quella casa, la notte degli omicidi. I soggetti in questione erano due uomini, uno con i baffi lunghi e un altro con i capelli corti.
La seduta di ipnosi
A quel punto il bambino venne anche sottoposto ad una seduta di ipnosi, durante la quale emersero delle dichiarazioni interessanti. Stando a quanto raccontato dal bambino, la sera degli omicidi si trovava in camera da letto, quando ad un certo punto sentì dei rumori provenienti dal soggiorno.
Così decise di andare a controllare, trovando Susan a discutere con due uomini. A quel punto vide entrare Jhon e Dana, ed in quel momento scoppiò una rissa. Si sarebbe svegliata anche Tina, ma una volta giunta nella stanza, sarebbe stata portata via da uno dei due uomini.
I due sospettati
Con le identikit fornite da Justin, le forze dell’ordine concentrarono le indagini nei confronti di due sospettati: Martin Smartt e John “Bo” Boubede. Martin Smartt era il patrigno di Justin, che viveva insieme a lui e alla madre Marylin nella cabina 26.
Invece, John Boubede era un amico di Martin, che si trovava a Keddie durante i giorni degli omicidi. Gli inquirenti interrogarono i due sospetti, le cui versioni apparivano ben poco convincenti. Nel frattempo le indagini continuarono: restava da capire che fine avesse fatto Tina.
Il ritrovamento dei resti di Tina
Durante le varie testimonianze, Martin Smartt dichiarò di aver perso un martello da casa sua. Successivamente, il 22 Aprile 1984, a distanza di tre anni dagli omicidi, gli inquirenti scoprirono una parte di teschio e di una mandibola umana a Camp Eighteen, nella Contea di Butte. Si tratta di una località che dista circa 160 km da Keddie.
I resti vennero analizzati, e gli inquirenti scoprirono che si trattava proprio dei resti di Tina Sharp. Poco prima delle analisi sui resti, arrivò in commissariato una chiamata (di cui ancora non si conosce la provenienza) che preannunciava il fatto che il cadavere appartenesse proprio a Tina.
Gli anni passarono, e nel frattempo i due sospettati morirono entrambi. Nel 2016 gli inquirenti fecero una nuova scoperta: in uno stagno nei pressi di Keddie venne rinvenuto un martello, che corrispondeva a quello perso da Martin. Fu lui stesso a fornirne la descrizione. Dopo 41 anni, il caso del massacro di Keddie rimane ancora un caso irrisolto, su cui aleggiano numerosi misteri.